L'arte insegna all'uomo la responsabilita' della creazione.
Quando diventa una preghiera, la divinita' interiore e' risvegliata.

Satvat

martedì 8 giugno 2010

Mandàla danzante


Satvat - Mandàla della Via d'arcobaleno - acrilico su tela, 2010

Il mandàla è un dipinto circolare, utilizzato come strumento di meditazione nel buddhismo e nell'induismo, ma anche in molte altre tradizioni spirituali. Anche il rosone delle nostre cattedrali è effettivamente di tipo mandàlico. Con Jung, anche la psicoanalisi si è interessata al mandàla sotto il profilo terapeutico. Poiché l'energia interiore della Vita si muove in senso circolare, seguendo operativamente nella pratica artistica un simile flusso creativo ci si allinea intuitivamente all'intima virtù rigenerativa che, per sua natura, è ineffabilmente unitaria. Intendo dire che la propulsione vitale rimane sempre perfettamente integrata nel Tutto. Quindi sia il creatore di un mandàla sia chi lo contempla possono avere una intuizione profondamente vitale e meditativa.

Il campo rotondo della pittura ha un grande significato, poiché al pittore vengono a mancare idealmente gli appoggi angolari dell'usuale formato, che istintivamente sono riferiti alle quattro direzioni. Effettivamente la croce cardinale è ben presente, in modo più o meno visibile, nel mandàla, ma è inserita in una predominanza circolare che evidenzia lo spazio centrale e unitario dell'Essere.Nei mandàla tradizionali sono utilizzati molti simboli, ma la maggior rilevanza simbolica è costituita proprio dal cerchio; dipingendo nel cerchio si è naturalmente portati ad un'opera di profonda riflessione.

I mandàla tradizionali adottano quella che ho definito (nel mio libro L'Artista Interiore) una simbologia di Terzo Livello, focalizzata al livello del terzo chakra come forza di proiezione mentale; per questo motivo utilizzano una impostazione che è geometricamente schematizzata. Anche io ho lavorato per molti anni in questa direzione, ma poi la cosa si è evoluta in modo diverso, centrandosi più al livello del cuore. Partendo da lì, scompaiono i simboli mentalmente classificabili, ed anche ogni rigidità compositiva; tutto si rende fluido, danzante, inesplicabile eppure intimamente riconosciuto. La creazione quanto la contemplazione di questi miei ultimi mandàla non è afferrabile dalla mente, intende piuttosto dare un'occasione di stupore, un istante in cui si scopre di esserci e di fluire liberamente e gioiosamente come la pittura che si sta osservando.

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