L'arte insegna all'uomo la responsabilita' della creazione.
Quando diventa una preghiera, la divinita' interiore e' risvegliata.

Satvat

sabato 15 maggio 2010

Al di là della mente di massa

Da venticinque anni il mio atelier è su strada e aperto al pubblico; anche per questo ho acquisito una notevole esperienza riguardo al funzionamento della mente di massa. Per “mente di massa” intendo un complesso di attitudini, schemi e reazioni che procede automaticamente, senza il beneficio di quell'attività originale e più o meno cosciente che risponde all'individualità. Ogni essere umano afferma orgogliosamente di essere individualmente unico, e tuttavia la maggior parte delle persone si comportano esattamente nello stesso modo, reagendo agli stimoli con risposte codificate dalla “mente di massa”; ossia dormono il sonno dell'ovvietà lasciandosi condurre negli stessi sogni, fondamentalmente sgradevoli. Da ciò viene ogni male, fino ad ogni dittatura e ad ogni crimine scellerato.

Tale attitudine risulta per me evidente quando queste persone si trovano di fronte all'Arte, che è invece, per definizione, il frutto di un sogno individualmente lucido, che al suo più alto grado diviene universale. Non possono restare indifferenti, perché tutto ciò che è vivo (e l'Arte deve respirare, altrimenti è tutt'altro) causa una risposta vivente; però, poiché mancano di quella maturazione individuale che li renderebbe spontaneamente atti a rispondere, si chiudono in modo sprezzante. Perché non trovano in se stessi nulla con cui rispondere, soprattutto perché si sentono ignoranti e feriti da questo.

In effetti ignoranti lo sono davvero. Tuttavia potrei dire: che c'è di male nell'ignoranza? Chi può essere più ignorante di me riguardo al frutto della creatività che mi attraversa? Di tutto ciò che creo, non ne so nulla; non so perché né come viene, e non so farlo ma solo lasciarmi portare. Lavoro sempre senza un progetto, in totale agnosia, approfondendomi nel caos sino a che da solo partorisce un'armonia, e alla fine il significato lo intuisco perfettamente per empatia. Ma questa è la più sana ignoranza, in cui l'individualità è maturata sino a farsi da parte, riconoscendo protagonista ineffabile il mistero. Ignoranza che rende morbidi, sensibili, ispirati, capaci di partecipare e giocare come bambini saggi.

3 commenti:

  1. c'è ignoranza umile come la tua, che ti poni strumento nelle mani del Divino e c'è ignoranza arrogante come quella di tanta gente che passa e va con tanta fretta di ... fare fare fare e non pensare... Una bella differenza!

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  2. una differenza enorme, per questo ho voluto scrivere una serie di post sull'ignoranza. ma se certamente è perniciosa l'ignoranza non innocente e brutale, è anche dannosa l'illusione di sapere. ci vuole un cuore aperto, che sa di non sapere... allora più nulla è sconosciuto. un abbraccio

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  3. infatti per ignoranza umile intendevo il "sapere di non sapere" di Socrate. saluti

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